Elettrosmog
L’Ipersensibilità Elettromagnetica (EHS), detta anche Elettrosensibilità (ES) è una reazione organica ai campi elettromagnetici presenti nella vita quotidiana, come quelli emessi dalle linee elettriche ad alta tensione (elettrodotti), da trasmettitori radiotelevisivi, da elettrodomestici e strumenti di uso lavorativo (per es. video terminali) e, soprattutto, dai cellulari e dai ripetitori della telefonia mobile o da stazioni radio-base. Si tratta di una condizione che può comportare sintomi fastidiosi e saltuari ma anche un vero e proprio stato di malattia grave con una conseguente riduzione o perdita della capacità lavorativa e un degrado della qualità della vita.
Studi scientifici “in doppio cieco” hanno evidenziato che i soggetti elettrosensibili erano in grado di riconoscere correttamente la presenza dei campi elettromagnetici ed manifestavano, a seguito della stimolazione, i sintomi da essi attribuiti a tali campi.
Negli ultimi anni, inoltre, si sono accumulate evidenze sperimentali sempre più numerose a supporto della obiettività delle “malattie da elettrosmog” e delle loro possibili basi molecolari, cellulari, e funzionali. Il prof. Olle Johansson dell’Istituto Karolinska in Svezia ha scoperto, in particolare, un aumento dei mastociti e di altre sostanze da essi secrete nei campioni di pelle del viso di persone elettrosensibili poste di fronte a videoterminali. I mastociti svolgono un ruolo nelle reazioni allergiche, di ipersensibilità e nelle reazioni anafilattiche, ma anche nella produzione di sostanze responsabili della vasodilatazione e della contrazione della muscolatura e potrebbero essere responsabili anche dei sintomi simili ad infarto riferiti da alcuni elettrosensibili dopo l’esposizione a campi elettromagnetici.
In Svezia, dove la condizione colpisce, secondo alcuni ricercatori, fino al 10% della popolazione, il Ministero della Salute e del Welfare (Socialstyrelsen), infatti, ha riconosciuto la Elettrosensibilità come una “ridotta capacità che rende una persona inabile nella sua relazione con l’ambiente circostante” e suggerisce ai medici di classificare questa condizione con il Codice Internazionale di Classificazione delle Malattie ICD R68.8, relativo a “Altri sintomi generali specifici e segni di malattia” (Socialstyrelsen, Enheten för klassifikationer och terminologi 2009-03-09 Dnr 55-2573/2009). Il soggetto elettrosensibile, quindi, riceve sussidi per migliorare il proprio ambiente di vita o di lavoro, per esempio attraverso vernici o tende schermanti o, nei casi più gravi, con lo spostamento in un alloggio lontano da fonti elettromagnetiche.
In Canada l’Elettrosensibilità è riconosciuta come condizione invalidante ed esiste una tutela anche da parte del sistema pensionistico per i malati più gravi
(http://www.chrc-ccdp.ca/research_program_recherche/esensitivities_hypersensibilitee/page3-en.asp).
Negli Stati Uniti l’Elettrosensibilità rientra nelle condizioni sotto tutela da parte della legge per le invalidità ADA (Americans with Disabilities Act).
La stessa OMS ritiene che gli elettrosensibili rappresentino dall’1 al 3% della popolazione, mentre stime prodotte nel 2005 da una ricerca dell’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna, Svizzera, indicano un 5% di svizzeri elettrosensibili, ma, secondo il prof. Gino Levis, già professore ordinario di Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova e membro permanente della Commissione Tossicologica Nazionale presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, queste percentuali saliranno presto vertiginosamente per l’aumento delle reti wireless.
Il 2 aprile 2009, il Parlamento Europeo, prendendo atto che le tecnologie wireless (cellulari, Wi-Fi/WiMAX, Bluetooth, linee telefoniche DECT) emettono campi magnetici che possono avere effetti avversi per la salute umana, ha richiamato gli Stati Membri a riconoscere come disabili le persone che soffrono di Elettrosensibilità così da garantire un’adeguata protezione e pari opportunità, come ha già fatto la Svezia da diversi anni:
http://www.europarl.europa.eu/oeil/FindByProcnum.do?lang=en&procnum=INI/2008/2211
Alcuni governatori statunitensi e canadesi proclamano il mese di Maggio “Mese per la Consapevolezza della MCS e della Elettrosensibilità”, mentre nel nostro Paese i malati sono di fatto abbandonati a se stessi e solo chi possiede i mezzi finanziari necessari può lasciare il lavoro, migliorare la propria abitazione o trasferirsi in un luogo più sano.
Mal di wireless
Il 5% della popolazione americana soffre di ipersensiblità elettromagnetica (Ehs), causato dall’esposizione ai campi prodotti dai telefoni cellulari, dai dispositivi wireless e da qualsiasi altro apparecchio elettronico. La malattia, non ancora riconosciuta ufficialmente, provoca emicrania, spasmi muscolari, difficoltà a concentrarsi e forti dolori al petto che possono rendere la vita un vero inferno.
La questione interessa soprattutto gli Stati Uniti, dove il wi-fi è molto diffuso. Ma coinvolge anche l’Italia. «Nelle nostre città le radiazioni sono pari a oltre 1 V/m (Volt per metro), un livello piuttosto elevato», ha detto a Lettera43.it Fiorenzo Marinelli, ricercatore all’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Bologna. Secondo l’esperto, «il wireless può essere pericoloso: basti pensare che le sue radiazioni hanno una frequenze pari a 2437 Mhz, vicina a quella di un forno a microonde».
Ma Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere che «l’ipersensibilità elettromagnetica non ha un chiaro criterio diagnostico e non esiste alcuna base scientifica che lega i sintomi della Ehs con l’esposizione a queste onde. In più, non c’è una diagnosi medica per questa sindrome e non è chiaro se essa rappresenti un singolo problema medico».
In ogni caso, è sempre consigliabile ridurre al massimo le comunicazioni senza fili nei luoghi chiusi, come in casa e nelle scuole, soprattutto se ci sono bambini, più suscettibili alle radiazioni per via del loro minor spessore della parete cranica.
Interrogazione Parlamentare del Belgio sull ‘EHS
http://www.scribd.com/doc/63884541/Interrogazione-Parlamentare-Belgio-Su-EHS
Effetti biologici in-vitro delle radiazioni Wi-Fi e Wi-Max ambientali Risultati preliminari di ricerca 31.12.2014
Autori: Fiorenzo Marinelli, Istituto di Genetica Molecolare del CNR,
Bologna Prof. Ian Marc Bonapace,
Università dell’Insubria, Busto Arsizio (VA) Prof. Mario Barteri, Università La Sapienza, Roma A cura di Francesca
Romana Orlando, giornalista e Vice Presidente di A.M.I.C.A
…..Uno studio del 2013 di Aynali G. e altri ha investigato il ruolo protettivo della melatonina sullo stress ossidativo indotto dall’esposizione a Wi-Fi (2.45 GHz) sulla mucosa laringotracheale di 6 ratti. Gli animali sono stati esposti alla radiazione di 2.45 GHz per 60 min/giorno per 28 giorni. I livelli di perossidasi lipidica erano significativamente più alti (p < 0.05) nel gruppo di ratti esposto rispetto ai controlli ed erano significativamente più bassi nei ratti esposti, ma trattati con melatonina (p < 0.01), rispetto a quelli esposti e non trattati.
L’attività del glutatione perossidasi era più bassa nel gruppo di ratti irradiati e non trattati
rispetto ai controlli
LA MULTIPLE CHEMICAL SENSITIVITY (MCS) DETERMINA UN’AZIONE DEI
CANALI DEL CALCIO VIA NMDA, LA QUALE IN ULTIMA ANALISI PRODUCE ROS(SPECIE REATTIVE DELL’OSSIGENO) E RNS (SPECIE REATTIVE DELL’AZOTO) CHE ALLA LUNGA DISTRUGGONO I MITOCONDRI E POSSONO DANNEGGIARE IL DNA. ALLO STESSO MODO DELLA SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA LA ELETTRO IPERSENSIBILITA’ ATTIVA I CANALI DEL CALCIO ALTERANDO LA POLARITA’ ELETTRICA DELLA MEMBRANA CELLULARE, ATTIVANDO I CANALI DEL CALCIO E CONSEGUENTE STRESS OSSIDATIVO CELLULARE E DEPLEZIONE DI GLUTATIONE ECCO PERCHE’ SPESSO VENGONO MESSE INSIEME QUESTE DUE CONDIZIONI.
INOLTRE L’ATTIVAZIONE DEI CANALI DEL CALCIO, ATTIVA IL FATTORE DI TRASCRIZIONE NFkB CHE STIMOLA LA PRODUZIONE DI CITOCHINE INFIAMMATORIE IL6, TNF ALFA ECC, IMPLICATE NELL’INFLAMMAGING
CIOE’ L’INVECCHIAMENTO DA INFIAMMAZIONE CRONICA DI BASSO GRADO.
Si può dedurre quindi che le radiazioni abbiano un ruolo ossidante e quindi una riduzione del glutatione, che è un tripeptide naturale costituito da tre aminoacidi che ha un ruolo fondamentale per la protezione delle proteine.
Vediamo quali sostanze contenute in EpaDX possono aumentare il glutatione e quindi proteggere l’organismo:
in questo studio emerge che la curcuma è un potente attivatore del glutatione
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12710595
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26133750
Il potere antiossidante della N-Acetil Cisteina sembra essere maggiore rispetto al selenio
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24842665
Tutti i componenti di Epadx contribuiscono ad aumentare i livelo di glutatione, diminuire l’infiammazione ed eliminare le tossine dal corpo.
A cura di Daniele Santagà
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